La verità sul mal di schiena: quello che ci dicono le ricerche “scientifiche”
Due studi recenti - che hanno vinto i Volvo Awards, gli Oscar per la ricerca sul mal di schiena lombare - di Carragee et al. hanno confutato due pratiche molto comuni nell’ambito della cura della schiena:
• La diffusa tendenza a ricercare le cause del problema in anomalie ossee, di età e rilevanza incerte, riscontrate tramite risonanza magnetica.
• L’abitudine a considerare eventi traumatici come uniche cause del mal di schiena.
Gli studi hanno concluso che la maggior parte delle anomalie trovate con risonanza magnetica o radiografia quali: osteoporosi, rottura dell’annulus fibroso, degenerazione dei dischi, artrosi, scoliosi, spondilosi, spondilolistesi, anomalie congenite ecc. comuni tra individui sia sintomatici che asintomatici, sono di rilevanza incerta e non direttamente correlate a episodi recenti di dolore alla schiena, poiché la maggior parte delle persone con queste anomalie non ha alcun sintomo. Nuovi episodi di lombalgia acuta sono raramente correlati a nuove anomalie visualizzabili con risonanza magnetica (fatta eccezione per nuove ernie del disco). Gli studi inoltre hanno aperto una voragine nel modello traumatico del mal di schiena, dimostrando che lombalgia grave e la disabilità che l’accompagnano non proviene da traumi minori o problemi strutturali, e neppure dalla combinazione dei due. La consapevolezza di avere causato ernie del disco spesso attribuita a eventi quali una caduta, uno “scivolone” o il sollevare pesi al lavoro (e, aggiungerei io, un aggiustamento) ed assume spesso una sostanziale importanza medicolegale, ma secondo la ricerca di King et al. Ciò non è quasi mai accurato.
Questa revisione sistematica della letteratura in merito, dimostra che sotto carichi compressivi normali, sia in posizioni erette che piegate, occorrano migliaia di cicli di carico per rompere un disco. Perciò un evento traumatico avvenuto appena prima della comparsa di una sciatalgia è da considerarsi come la “goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Quindi, la maggior parte delle attribuzioni di colpa ad eventi causati da ernie del disco sono errate, poiché non scientifiche, e corroborano un modello traumatico d’infortunio che in realtà non esiste nelle normali condizioni di carico umane.
I risultati di queste ultime ricerche confermano ciò che abbiamo constatato negli anni ai Centri Sanrocco, dove usiamo radiografie e risonanze magnetiche più per cercare controindicazioni che indicazioni. Lo specialista del dolore M.J. Turtle ha riassunto il tutto nella maniera probabilmente migliore e più onesta: “ Si rinsavisce, notando che dopo un secolo di ricerche concentrate sul mal di schiena, le sue cause rimangono per lo più oscure”.
Perciò gli addetti alla salute della colonna dovrebbero essere più schietti ed ammettere l’esistenza di questo buco nero nella conoscenza medica, poiché la negazione di questo vuoto nella conoscenza... è responsabile dell’enorme spreco di valide risorse, che vengono spese nell’onnipresente ricerca, sia da parte dei professionisti sanitari che dalla popolazione, per una sfuggente soluzione strutturale al problema del mal di schiena ed al conseguente ed ugualmente futile ricorso alla chirurgia. Conclude ricordando che la chirurgia non è la sola terapia specifica volta a correggere cambiamenti anatomici di rilevanza incerta. Numerosi altri trattamenti - dai farmaci alla fisioterapia alle iniezioni - vengono prescritti di routine dopo varie congetture diagnostiche. Lo svedese Nachemson, un pioniere nella ricerca, confermò ciò in un’intervista per il giornale Spine poco prima della sua morte nel 2006: “Uno degli obiettivi principali nella mia carriera è stato quello di determinare la causa del dolore lombare aspecifico. In questo ho fallito. Molti si sono concentrati sul disco come possibile causa del dolore ma il suo ruolo causativo nel mal di schiena resta marginale”.
E’ importante riconoscere che anche le asserzioni più sicure riguardo l’origine del mal di schiena da parte degli scienziati più prominenti sono solamente ipotesi. L’origine della lombalgia più comune resta in larga parte oscura.
E’ bene sapere che gli esercizi per la colonna non sono la risposta al mal di schiena.
Ciò e’ stato confermato dai nuovi risultati di uno studio pubblicato sull’American Journal of Public Health, in cui i ricercatori hanno seguito per 18 mesi 700 pazienti affetti da dolore lombare. Tra questi, coloro che hanno camminato e seguito altre forme di esercizi “ricreativi” come il camminare veloce o il nuoto, hanno diminuito il rischio di incorrere in altri episodi dolorosi nel tempo. Invece, chi ha eseguito esercizi specifici per la schiena ha peggiorato la situazione (i muscoli posturali non sono costruiti per sopportare molto stretching, e chi li sottopone a ciò cambia la sensibilità dei muscoli al punto che potrebbe necessitare di continuare a stirarli sempre più, o oltre ai normali limiti fisiologici, per ridurre il dolore). I partecipanti allo studio che hanno ricevuto l’indicazione di camminare 3 o più ore la settimana, hanno avuto una migliore prognosi rispetto a quelli che non hanno eseguito esercizi o ne hanno fatti pochi – mostrando miglioramenti nel dolore, nella disabilità e nell’afflizione psicologica.
D’altro canto, gli esercizi per la colonna hanno generalmente aumentato il rischio nei pazienti, di soffrire dolore e disabilità a lungo termine. Ecco perché alla Sanrocco non consigliamo molti esercizi, tranne il camminare, il nuoto, e i modi corretti di piegarsi e sedersi.
Invece, già nel 1993 uno degli studi più completi e metodologicamente controllati mai fatto sulla chiropratica e mal di schiena da Meade et al., (perché era sovvenzionata dal Ministero della Sanità dell’Ontario per contenere i costi sanitari migliorandone la relazione costo-efficacia e non da enti privati con interessi economici) ha dimostrato che:
• Le manipolazioni vertebrali effettuate dai chiropratici sono più efficaci di qualsiasi altro trattamento per problemi di mal di schiena.
• Mentre è importante continuare ricerche cliniche sulla chiropratica nella cura di mal di schiena, ci sarebbe molto più bisogno di prove scientifiche circa la validità dei trattamenti medici per questo tipo di problemi perché, sulla base di test clinici effettuati, molte terapie mediche esistenti per il trattamento del mal di schiena sono generalmente controindicate o poco efficaci. Infatti ricerche effettuate da Deyo.
Carette, Hsieh et al., Koes et al., Nachemson et al., hanno rilevato che diversi approcci medici standard, per esempio riposo a letto prolungato, massaggio, modalità terapeutiche passive tipo TENS o altre forme di elettroterapia, iniezioni di corticosteroidi nelle faccette articolari e tanti tipi di interventi chirurgici, sono inefficaci o comunque danno risultati nettamente inferiori rispetto a quelli ottenuti con i trattamenti chiropratici.
Questi risultati sono stati confermati da Meade et al. nel 1995 ovvero che la Chiropratica è più efficace del trattamento ambulatoriale/ospedaliero, specie per le persone affette da “brevi” e ricorrenti attacchi di mal di schiena, episodi passati di lombalgia, e valori iniziali elevati nelle scale di valutazione del dolore.
Allo stesso modo uno studio effettuato da Bishop (medico, chiropratico, PhD) et al. e pubblicato nel 2007 ha dimostrato di nuovo che gli aggiustamenti chiropratici sono più efficaci delle usuali cure mediche.
In una recente revisione sistematica (pubblicata il 09.01.2010) Cranes et al. hanno dimostrato che i rischi di effetti collaterali importanti a seguito di interventi terapeutici manuali sono inferiori a quelli derivati dall’uso di farmaci.
Ciò non sorprende, sapendo che le ricerche sponsorizzate dalle industrie farmaceutiche producono risultati favorevoli ai loro sponsor quattro volte più di quelli finanziati da altri enti. (Lexchin).
Ecco perché vediamo scetticismo e mancanza di fiducia crescenti verso la ricerca medica e i ricercatori, poiché abbiamo troppe volte letto o sentito parlare di “eccezionali ritrovati” (quali ad esempio Vioxx e Celebrex, o la terapia ormonale sostitutiva) e di “cure miracolose” nei mass media (Deyo), le quali si sono con il tempo rivelate essere più dannose che benefiche. Un altro importante effetto negativo in ambito sanitario proviene certamente dal fatto che compagnie assicurative, (regolatori), amministratori, avvocati, rappresentanti dell’industria farmaceutica, i media e i politici si sono intromessi nello spazio, un tempo intimo e riservato, tra dottore e paziente.
Ad esempio Carragee ha studiato la validità dell’anamnesi pre-incidente autocertificata (sintomi e condizioni presenti prima dell’evento traumatico) che è solitamente accettata così com’è. Ecco cos’ ha trovato :
il 60% delle persone ha negato la presenza di condizioni preesistenti nell’anamnesi dopo l’incidente (ad esempio dolori alla schiena o al collo, problemi psicologici ecc.). Questo è accaduto nella maggioranza delle persone che ritenevano che la colpa dell’incidente automobilistico fosse altrui. Tra i soggetti seguiti da avvocati e richiedenti compensi monetari per i danni subiti, la percentuale sale all’ 80%. Anche lo stesso etichettare, a fini diagnostici, il dolore lombare (per esempio bulging di un disco, processi artrosici/degenerativi, ernie del disco ecc.) ha molto spesso un effetto negativo sulla salute del paziente e sui tempi di guarigione. Noi delle cliniche Sanrocco, invece di cercare un’unica causa strutturale responsabile del mal di schiena, consideriamo quattro livelli principali per individuare molti fattori che possono contribuire a causare problemi a livello lombare:
1. Livello strutturale: da una semplice distorsione a un piede o ginocchio, da un colpo di frusta, uno stile di vita troppo sedentario, sforzi ripetuti, una malocclusione dentale, può svilupparsi un difetto biomeccanico, detto sublussazione (ovvero la perdita di normale mobilità e posizione fisiologica di una o più vertebre- quello che i pazienti ci descrivono come una vertebra “bloccata” o “fuori sede” ) a livello di ogni articolazione (dai piedi fino alla mandibo-la) e ha, direttamente o indirettamente, molteplici cause potenziali. (Ricordate che tutti i medicinali al mondo non potranno mai aggiustare un’articolazione sublussata, sia essa nella colonna o altrove). Ecco un esempio di ciò che una vecchia distorsione a una caviglia può causare: in una ricerca (Kasch et al.) si sono comparati pazienti che avevano subito un colpo di frusta acuto con altri con distorsione acuta della caviglia. L’obiettivo era di valutare se fosse il trauma stesso - indipendentemente dal luogo anatomico dove esso era avvenuto – a predisporre alcuni individui a problemi muscoloscheletrici cronici. Il risultato più interessante per i ricercatori è che i pazienti con una caviglia slogata hanno riportato molti più problemi nella parte alta del corpo, come mal di testa, dolori cervicali, dolore a una spalla o braccio, e problemi lombari, che si sono presentati o sono aumentati nel corso dei sei mesi seguenti l’infortunio.
2. Livello biochimico: dalla semplice mancanza di acqua, verdura o qualsiasi sostanza necessaria ai fini nutrizionali, all’eccesso di latte o cibi raffinati, ecc. La mancanza d’acqua causa un indebolimento del muscolo ileopsoas, il più importante per mantenere i dischi intervertebrali al loro posto. Ecco perché consigliamo ai nostri pazienti di bere un litro di acqua per ogni 25 kg di peso corporeo nell’arco di ogni giornata. Un buon libro per chi vuole capire i problemi di salute di base che vediamo oggi nel mondo è “POTTENGER’S CATS” (i gatti di Pottenger), uno studio sulla nutrizione di Francis m. Pottenger, Copyright 2005 Price-Pottenger Nutrition Foundation, Inc: 2nd ed.
Il fatto più interessante è che lo studio fu eseguito tra il 1932 e il 1942 per valutare l’effetto del cibo consumato abitualmente dai gatti selvatici in natura ma modificato tramite processi termici, e non fu mai ripetuto benché i suoi risultati rispecchino i problemi di salute odierni nella popolazione umana. I gatti così nutriti sono stati comparati con un gruppo di controllo di gatti nutriti con lo stesso cibo ma non altrettanto artificialmente, e i gatti in entrambi i gruppi erano in perfette condizioni di salute.
I primi difetti notati nei gatti (prima generazione) nutriti solo con cibo modificato da trattamenti termici:
- scarso sviluppo dento- facciale
- palato stretto
- denti storti, a distanze irregolari, affollati
- denti mancanti
- sintomi di allergie
- disturbi nella mineralizzazione delle ossa (più fragili)
I gatti così nutriti nella seconda generazione mostrano:
- diffusi problemi respiratori e gastrointestinali
- svariati disordini dermatologici
- infiammazioni delle articolazioni
- presbiopia o miopia
FEMMINE
- nervosismo e irritabilità fino all’aggressività
- parti più difficili
- efficienza riproduttiva ridotta
MASCHI
- interesse sessuale mancante o anomalo
- spermatogenesi diminuita o assente
La terza generazione di gatti così nutrita non è sopravissuta oltre il sesto mese di vita. Invece il gruppo di controllo nutrito con cibo crudo e naturale ha generato gatti in normale salute. Alla luce di questi risultati, sembra che mangiare più cibo crudo, masticandolo a lungo, sarebbe una buona idea. Per esempio abbiamo riscontrato al centro Sanrocco che bambini con il palato stretto, masticando a lungo cibo crudo, sviluppano un palato normale , evitando quindi interventi ortodontistici. Modificare artificialmente il cibo ha contribuito a creare, assieme ad altri fattori, l’aumento di numerose patologie negli ultimi decenni, quali le intolleranze alimentari.
Alcuni comuni segni fisici di intolleranze alimentari:
- Occhiaie, cerchi scuri e rigonfiamenti (“borse”) sotto gli occhi
- Tessuti gonfi
- Borsite, dolori articolari, a volte dolori lombari
- Gonfiore cronico alle ghiandole
- Pelle irritata
Le intolleranze alimentari più comuni sono a:
- latte e latticini
- lieviti
- zucchero bianco
- pomodori
- farina (glutine)
- sale raffinato
- maiale
- agrumi
- caffè
- bibite
Altri problemi al livello biochimico che vediamo spesso nella pratica clinica sono causati da un eccessivo consumo di zucchero bianco, cibi contenenti zucchero e sciroppo di glucosio, e troppi carboidrati (ad eccezione del riso).
La lista dei sintomi di cui questi pazienti ipoglicemici possono soffrire è lunga, poiché l’ipoadrenia e/o ipoglicemia è una condizione che spesso ne accompagna molte altre. Ai fini di questo articolo, citerò solo i più comuni che vediamo regolarmente in clinica: spossatezza, mal di testa, (a metà mattina o metà pomeriggio o nei weekend), fiato corto, vertigine (quando ci si alza, ovvero ipotensione ortostatica), sensazione di vuoto in testa, dolori articolari di tipo reumatico, allergie e ipersensibilità (dall’asma al raffreddore da fieno, da dermatiti a colite, ecc., o anche l’intolleranza alla luce del sole), mancamenti e svenimenti, palpitazioni cardiache, insonnia, difficoltà nell’apprendimento (dovute all’impossibilità di concentrarsi a lungo), problemi di memoria, abbassamento della libido, mal di schiena lombare con instabilità sacroiliaca cronica e, nella sfera emotiva, ansietà, malinconia, e manifestazioni che spaziano dalla lieve depressione alle tendenze suicide (anche lo stress emotivo può contribuire a causare gli stessi sintomi).
3. Livello mentale: l’evidenza per questo fattore viene anche dall’osservazione del fatto che lo status socioeconomico è uno dei principali fattori determinanti in fatto di salute e longevità, anche calcolando altri fattori di rischio noti. Blanchflower e Oswald hanno constatato la presenza di una costante curva ad U di benessere e felicità con ansietà emotiva con il suo picco durante la mezza età ( 40 - 50 anni) in 73 paesi sviluppati e in
via di sviluppo. E’ interessante il fatto che la stessa curvaad U sia stata trovata da Hogg-Johnson et al. riguardo all’incidenza del dolore al collo (“cervicale”) e da Dionne et al. che hanno riscontrato che anche la prevalenza di mal di schiena benigno e non specifico ha il suo picco nella mezza età. Questi ricercatori hanno anche riscontrato che tale curva ad U, ovviamente correlata all’età, è applicabile anche ad altri sintomi aspecifici quali affaticamento generalizzato, dolori addominali, nausea, depressione, difficoltà a rilassarsi, dolori al petto e mal di testa (mentre gli episodi riportati di seri problemi alla schiena e di mal di schiena aumentano nell’arco di tutta la vita). La nota positiva è che Oswald ha anche notato che la maggior parte delle persone emerge da questo periodo oscuro attorno alla quinta decade e che essi, positivamente, entro i 70 anni di età, purché siano fisicamente attivi, sono in media felici ed emotivamente in salute come 20enni.
Altre ricerche nel campo della medicina comportamentale, del biofeedback, dell’ipnosi e della meditazione (Astin e Freeman e Jonas) indicano che elementi cosiddetti psicosociali” quali aspettativa, credenze e convinzioni, e riduzione nell’ansietà hanno un effetto significativo sulla guarigione e sul mantenimento della salute. Inoltre eventi traumatici durante l’infanzia (Jones et al. 2009) - dal ricovero ospedaliero a seguito di un incidente alle difficoltà finanziarie alla perdita di un genitore - e anche l’isolamento sociale (Cacioppo) e perfino “l’avere il muso per anni” (Messia set al.), hanno una relazione statisticamente rilevante con lo svilupparsi di dolore cronico diffuso (come i dolori alla schiena e al collo cronici) decenni dopo.
4. Livello elettromagnetico: ad esempio, l’interferenza generata da un telefono cellulare, linee dell’alta tensione, televisione, orologi al quarzo, ecc. Tutti questi fattori vanno presi in considerazione quando si visita un paziente affetto da lombalgia, ed è quello che facciamo alle cliniche Sanrocco.
(pubblicato in chiropratica - newsletter :Dr Piet Seru, d.c.)