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Terapie alternative: omeopatia - fitoterapia - medicina ortomolecolare - medicina microbiologica

 

Un alimentazione pur equilibrata non necessariamente soddisfa alle esigenze di chi chiede prestazioni al proprio corpo oltre la norma fisiologica e di continuosembra opportuno valutare l'indicazione per l'integrazione dell'alimentazione con vitamine, minerali, oligoelementi , alcalini - e tutto con la giusta misura e qualità!

Spesso anche la nostra biosfera richiede integrazione - il supporto microbilogico.

L'omeopatia e isopatia poi sono terapie, quando integrazione e detossicazione non sono più sufficienti.

Fitoterapia in base al principio della segnatura di Rudolf Steiner

Fitoterapia (medicina antroposofica ) con la Cedracca (Ceterach officinarum) in base al principio della segnatura * di Rudolf Steiner:

Come ho risolto il mio problema con i calcoli renali grazie all’erba Spaccapietre:

Da tempo soffrivo di dolori alla schiena che si riflettevano al fianco, decido quindi di fare una ecografia che mi fa scoprire di essere afflitta di calcoli renali. Il medico che mi fa l’ecografia mi dice che piu che altro ho molta ” renella ” e che quindi il problema si puo’ risolvere facilmente, basta bere molta acqua per espellere questa renella. Scrive sul referto ” Litiasi Renale ” , quindi ho anche i calcoli… Cercando di approfondire il problema, leggo che in pratica i calcoli renali fin quando se ne stanno buoni e fermi all’interno del rene non provocano nessun dolore, ma sono guai quando questi iniziano a muoversi ed imboccano la via dell’uscita, si incastrano nei dotti escretori, gli ureteri, che collegano i reni alla vescica, provocando dei forti dolori e quindi le famose e terribilmente dolorose coliche renali.


Trascorsi alcuni giorni, bevendo piu’ del solito come consigliato dal medico, i dolori invece di diminuire aumentano decisamente, fino a diventare insopportabili, quindi ricorro all’uso di antidolorifici specifici e all’aiuto di rilassanti ( tipo il buscopan ) che aiutano l’eliminazione di calcoli e renella rilassando il corpo. Una mia amica che mi vedeva dolorante, mi consiglia di provare una cura naturale per eliminare i calcoli, un’erba che a suo dire ha qualcosa di veramente miracoloso, la cosidetta Erba Spaccapietra: quindi provo, vado in eroboristeria e compro questa pianta che l’erborista mi consiglia di farmi una tisana di Erba Spaccapietra per tre volte al giorno, mattina pomeriggio e la sera prima di coricarmi. Per preparare la tisana devo usare poco piu’ di un bicchiere di acqua da bollire, poi quando bolle metterci un cucchiaio di erba spaccapietre.

Questa pianta viene chiamata comunemente erba spaccapietre in quanto cresce sulle spaccature dei muri * ed anche in virtù delle sue proprietà di disgregante i calcoli dell’apparato urinario. Il suo nome è Cedracca (Ceterach officinarum) o Asplenium ceterach ( altri nomi comunemente usati sono Erba ruggine o rugginina, Felce ruggine, Spacca pietre, Erba Vetraiola.

Insomma dopo due giorni passati a bere la tisana spaccapietre, mi sono sentita subito meglio ed ora i miei calcoli ai reni sono solo un brutto ricordo.
 
*La teoria delle signature (o segnature) è rifiutata a livello scientifico ma risulta estremamente logica per chi comprende la natura olografica dell'universo, è stata codificata nel Medioevo ad opera di Paracelso ed oggi è molto usata in Medicina Antroposofica
Ad es. il sapore intensamente amaro del carciofo lo collega per analogia alla bile e dunque alla cura del fegato, le foglie della polmonaria presentano una corrispondenza con la struttura degli alveoli e sono utilizzate con efficacia nelle affezioni pneumologiche, nell'eufrasia si scorge l'occhio e tale pianta è in effetti utile nelle affezioni oculistiche, ecc. 
Per chi pensa in modo scientifico è arduo a seguire questo ragionamento, ma è comunque bellissimo e qui riportato in modo esemplare.
http://www.adorable.it/wp-content/uploads/2010/06/erba-spaccapietre.jpg

Vitamine

Un alimentazione pur equilibrata non necessariamente soddisfa alle esigenze di chi chiede prestazioni al proprio corpo oltre la norma fisiologica e di continuo. Non vale solo per lo sportivo ma per chiunque abbia stress emotivo, malattie che compromettono il riassorbimento degli oligoelementi, bambini in crescita veloce, lavoro fisico impegnativo, fumatori, condizioni che determinano uno stato catabolico.

Al mio avviso sembra opportuno valutare l'indicazione per l'integrazione dell'alimentazione con vitamine, minerali, oligoelementi , alcalini - e tutto con la giusta misura e qualità!

http://www.sportmedicina.com/vitamine.htm

Flora batterica

Flora batterica


Fino a 40 anni fa la scienza non ne riconosceva l'esistenza - oggi ne parlano tutti - probiotici in tante pubblicità! 
Ma ne avete capito davvero l'importanza? Di questo ulteriore organo, che direttamente sta in rapporto con l'integrità dell'individuo, dell'immunità, dell'approvvigionamento energetico?

Chi ne avesse davvero le idee chiare, sa anche cosa provocano antibiotici, disinfettanti, detergenti di ogni specie. Oppure si rende conto, cosa significa immettere nell'organismo focolai, veleni e alimenti che provocano il deterioramento dei nostri batteri amici.
 
Qui purtroppo la sensibilità comune è molto, ma molto in dietro!!
 
La Repubblica porta un'articolo riassuntivo delle conoscenze allo stato attuale:
 
 Da ricordare: probiotici in alimenti lattiferi - yogurt - sono comunque solo prodotti lattiferi, che a lungo andare e a quantità rilevate non sono tollerate bene.
 
 

Integratori

Siamo tutti intossicati?

Se uno immagina, al contatto di quante tossine siamo sottoposti giorno per giorno, quasi quasi non ci crede, che non lo fossimo.

Oltre al carico tossico che proviene da fonti esterne, il corpo umano stesso genera un gran numero di prodotti biochimici, ormoni, e metaboliti che devono essere disintossicate ed eliminate dal corpo. Insieme creano queste esposizioni cumulative interne ed esterne una sfida significativa per gli organi di disintossicazione ed eliminazione. 

Al fegato spetta la maggior quota di disintossicazione del corpo. Il fegato converte sostanze tossiche in non-tossici, composti solubili in acqua che possono poi essere eliminati dai reni e dagli intestini. Il fegato e gli altri tessuti coinvolti nel processo della disintossicazione si devono fornire dei nutrienti essenziali necessari per questo compito, che si svolge tramite processi ciclici specifici con consumo di energia. L’incolumità dell’organismo dipende dalla rigenerazione permanente delle strutture, indirizzate alla disintossicazione.

Siamo tutti intossicati? Ai tempi di oggi, con la vita, che c’entra sempre meno con quella biologica ed ecologica, che magari si conosceva in passato, probabilmente si!

È la medicina integrativa a dare gli spunti necessari, per dare risposte ai problemi della vita odierna.

Cerca di considerare la totalità delle sfaccettature dell’esistenza umana e considera:

-          Lo stile di vita

-          L’ambiente, in cui viviamo e le sue ripercussioni su di noi

-          Il nostro rapporto e le nostre interferenze con il mondo, quindi l’apporto energetico, l’alimentazione, il respiro, il sonno e le patologie in merito

Accanto a tanti argomenti di rilievo tratta l’opzione dell’apporto di integratori alimentari su base:

-          Minerale

-          Vegetale

-          Vitaminico

-          Oligoelementi essenziali

-          Oli ecc.ecc

 Questi integratori svolgono funzioni:

-          Di reintegro alimentare

-          Di antiossidazione nel metabolismo “redox”

-          Di neutralizzazione nel metabolismo acido-base

-          Di cura alternativa non farmacologica

-          Di supplementazione di sostanze, che mancano

Purtroppo non tutti i prodotti, offerti sul mercato, soddisfanno a le esigenze dovute di efficacia, purezza, sicurezza ecc. Al mio avviso sono solo poche dite cosiddette ortomolecolari, che meritano una fiducia illimitata da parte del consumatore. Una è la THORNE-RESEARCH americana, i cui prodotti sono rilevabili in Europa. Vi offro il servizio di prescrizione e dell’aiuto all’importazione dei prodotti scelti.

I 10 comandamenti per la vita nel tempaccio

I 10 comandamenti per la vita nel tempaccio 

1. Fare una vita, che giova alla salute in senso lato.

2. prevedere all'irrobustimento del fisico - sport moderato - doccia calda e fredda - sauna, non fumare

3. non coprirsi troppo, non riscaldare gli ambienti quando non è veramente utile

4. scegliere un'alimentazione sana da definire in riferimento alla propria costituzione ed  anche in rapporto alle stagioni: fresca, leggera  e umida d'estate - calda, sostanziosa  ed asciutta d'inverno 

5. non prendere se non in casi di rischio per la vita antibiotici, cortisonici, usare disinfettanti negli ambienti di casa, lavarsi il giusto senza eccedere e senza utilizzare detergenti aggressivi. Tutto ciò, che è anti "bios" (vita) uccide man mano anche noi !

6. saper usare bene l'aria fresca - aerare gli ambienti senza raffreddarli, muoversi all'aperto per respirare, ma chiudere le finestre di notte. 

7. Capire che quello che fa bene al sano non necessariamente giova al malato: quando manca energia (malattia da raffreddamento ) se la somministra  - caldo, tisane,  riposo, sonno. Irrobustimento serve da prevenzione non da terapia!!

8. Un abbassamento dell'energia vitale come nelle malattie stagionali si usa come reset - il fisico tramite febbre, sudori, diarree si disintossica. La terapia non deve sopprimere queste reazioni ma canalizzare e magari limitare, come lo prevede l'omeopatia.

9. Quando la salute già è precaria, non bisogna ricorrere in prima linea a rimedi sempre più violenti, ma cercare di capire dove sono le cause

10. Accettare la propria esistenza come parte della natura, rispettandone le regole. Noi non siamo cambiati nelle ultime centinaia di anni, quello che è cambiato è il mondo attorno a noi. Sfruttiamo i vantaggi della modernità, ma accettiamo che il funzionamento di fondo del nostro organismo è ancora quello dei Neanderthal. Ragioniamo in modo dialettico su quello che è da conservare dai tempi antichi in confronto alle invenzioni del mondo d'oggi.

Non sono virus feroci, che ci danno noia da combattere con artiglierie mostruose. 

E' il freddo e l'umido, a cui dobbiamo resistere - tutto qua!

 

Influenza-raffreddore- malattie di stagione


Ci siamo. Eccoci giunti al fatidico annuale appuntamento con l' epidemia di influenza, che secondo gli esperti dovrebbe appunto raggiungere il picco massimo proprio in questo mese.
 
E naturalmente, come sempre, la grande macchina del business farmaceutico si è già messa in moto
in congruo anticipo, grazie allo strombazzamento mediatico che raccomanda la vaccinazione come fondamentale arma preventiva.
 
Sembra, da come se ne parla e si affronta il problema, che malattie da raffreddamento, di cui la comune influenza rappresenta la varietà più severa, siano un destino ineluttabile cui nessuno può sentirsi sicuro di poter sfuggire.
 
Ma è proprio così?
 
Chi scrive non è l' unico a pensarla diversamente. Sì certo, potrei dire che oramai non ricordo più quando è stata l' ultima volta che mi son beccato un simile malanno tale da costringermi a letto (si tratta probabilmente di decenni fa), ma le prove a sostegno, ovviamente, sono ben altre.

Vi siete mai chiesti come abbiano potuto sopravvivere i nostri lontani antenati preistorici, che non godevano certo di nessuno dei nostri innumerevoli vantaggi e protezioni (certo non avevano il riscaldamento nelle loro grotte), e meno che mai disponevano di vaccini e medicinali? Senza tutto ciò che noi moderni diamo per scontato ed indispensabile alla sopravvivenza si sarebbero presto estinti come specie.

 

Come gli stessi termini "raffreddore" e "influenza" ci suggeriscono, in queste comuni indisposizioni stagionali sono implicati il freddo e l' influenza del clima sul nostro organismo.

Ma se tutti pensano al colpo di freddo che ci si busca uscendo di casa non adeguatamente coperti, o per un improvviso abbassamento della temperatura, o perché, data la stagione invernale, è "normale" ammalarsi, la vera spiegazione è molto meno banale, e va ricercata a monte.

Ogni organismo vivente dipende dall'ambiente in cui vive, e perciò risente dei ritmi naturali, ai quali deve adeguarsi, se vuole sopravvivere e conservarsi sano ed efficiente. Esso è pertanto in incessante equilibrio dinamico con l' ambiente,   da cui non può prescindere, tanto che possiamo considerare qualsiasi incidente di percorso, qualsiasi anomalia nella sua condizione come conseguenza di un alterato, disarmonico equilibrio con lo stesso.

Ed è questo equilibrio, che è stato disturbato dalle temperie, dall'ambiente svantaggioso. Magari lo era già prima senza necessariamente produrre sintomi gravi, oppure uno si è abituato ai suoi acciacchi, alla sua tosse da fumatore, a soliti dolori ed alla mancanza di energia vitale, che suole combattere con caffè, nicotina o altre droghe.

Malattia in generale e quelle della stagione fredda in particolare prendono in questa visione il significato di purificazione, reset, ecc.

Il corpo avrà quindi bisogno di "scaricare" l' esubero di sostanze nocive accumulate (che, date le caotiche ed innaturali abitudini dietetiche moderne, è davvero qualcosa di spropositato) per darsi una ripulita, e così alla prima occasione, cioè quando le condizioni ambientali diventano favorevoli e magari il nostro sistema immunitario si trova indebolito, ecco comparire i ben noti sintomi, come tosseraffreddorespossatezzafebbre, che non sono altro che tentativi del nostro corpo di sbarazzarsi di  quanto c'è in esso di indesiderato.

In tutto ciò virus e batteri, come si sa, svolgono il ruolo di capro espiatorio, ma solo perché glielo abbiamo  attribuito noi. Essi in realtà sono solo ospiti opportunistici che approfittano di una condizione a loro favorevole per innescare e accelerare il processo. Non sono dunque la "causa".

Alla luce di tutto questo possiamo dire che è possibile prevenire in linea di massima tutti questi malanni invernali nella misura in cui sapremo adattarci al flusso naturale.

la persona sana davvero, quello che da la dovuta attenzione al suo stile di vita, l'alimentazione, movimento, controllo dell'uso di droghe, farmaci, vaccini, veleni di ogni tipo ecc, all'assenza di focolai, metalli tossici in bocca, che tiene corpo e mente in una sintonia di serenità - questo individuo difficilmente si ammala, solo perché confrontato con freddo e umido.

Certamente esistono comportamenti specifici da adottare quando arriva la stagionaccia: 

- cose ovvie quanto coprirsi ecc.

- combattere il freddo con il caldo, per quanto sembra banale, ma anche l'alimentazione deve rispecchiare questa regola: in inverno attenti agli alimenti freddi umidi (terminologia cinese) quanto verdure crude e frutta, succhi, dolci, latticini, gelati. Ci vogliono alimenti caldi: carne e verdura lessa, tisane, spezie riscaldanti 

- più riposo che d'estate, attività sportive limitate ( l'allenamento aerobico fondo I (100 battiti) dei ciclisti ), cure e abitudini dell'indurimento e irrobustimento  spettano all'estate.


Il raffreddore e anche l'influenza, che sarebbe la versione più acuta ( altro ceppo virale di accompagnamento ) comunque guariscono in 7 giorni. Il rischio per la vita di persone indebolite corrisponde al pericolo della stagione fredda e umida. Si tengano più protette e seguano ancora di più ai consigli dati. 

Riporto qui un riassunto di quest'articolo di Michele Nardella con annotazioni mie.

( http://nardellamichele.blogspot.it/2012/01/influenza-tutto-cio-che-nessuno-vi-ha.html ) 

Ecologia – Microbiologia – Terreno

Ecologia – Microbiologia – Terreno:

Chi siamo noi? Siamo l’apice della creazione? Autarchici, monomorfi, indipendenti, autogestiti senza compromessi? O siamo piuttosto parte del tutto, interconnessi con il mondo? Dove è il nostro confine verso l’esterno? È la pelle, la nostra superficie visibile con nostro occhio, determinato esso stesso dal nostro sviluppo biologico-culturale? O esistono forse stadi di continuità, chiamata anche aura verso l’esterno, e confini poco rigidi e molto permeabili verso l’interno? 

La prima visione, quella della massima individualità deriva dal contesto storico – scientifico – culturale dell’inizio del 19.secolo, la filosofia del modernismo, permesso dalle potenzialità economiche in crescita, che ci davano la prima volta la possibilità di ritiraci dalle masse, di creare il privato, di sussistere anche senza la collettività.

Tutt’al contrario in tutto il passato precedente, in cui le necessità della vita ci costringevano a stare insieme coll’altro come essere collettivo.

Fu coll’avvenire della nuova epoca, che Robert Koch pretendeva di aver individuato un bacillo monomorfo, responsabile per la tubercolosi, cosi finalmente si conobbe il nemico esterno da abbattere, concetto perpetuato in seguito, base della produzione farmacologica “anti”: antibiotici, antifungini, antivirali, antiaritmici, anti…

Contemporaneamente fu Virchow a dimostrare, che ora spettava alla cellula piuttosto che alla regolazione del corpo intero, a governare la nostra esistenza.

Questo modo di percepire il mondo ha sicuramente dato grossi riscontri scientifici, ha aiutato di entrare nel particolare, ormai fino al neutrino. Sono nate le specializzazioni professionali, poi le sub- specializzazioni, anche in medicina, che si occupano ormai purtroppo di temi talmente isolati uno dall’altro e hanno perso completamente la visione dell’insieme. E questo lo notiamo ora, capendo, che la tendenza alla iperindividualizzazione evidentemente non riesce a soddisfare tutte le nostre esigenze.

È qui, che entra in gioco la medicina integrativa. Essa riconosce la dialettica fra il particolare e il generale. Ammette sì, che l’infarto si cura con lo stenting nella fase acuta e il paziente fortunato sopravvive, ma prende altresì cura di tutti gli aspetti dall’alto in basso, dall’interno all’esterno della persona umana.

Noi siamo, in effetti, un sistema ecologico ad alta integrazione, da paragonare a un qualsiasi reparto della natura con le sue regole e i suoi poteri di compensazione interna ed esterna. Perciò spesse volte si osservano fenomeni di adattamento del corpo a forzature di ogni tipo: l’ingestione di antibiotici scombussola tutta la flora microbica, che garantisce la nostra salute; l’applicazione di un apparecchio dentale fa sortire una scoliosi della colonna vertebrale; l’asportazione di un organo favorisce la degenerazione di un altro.

Intento della medicina integrativa è di salvaguardare l’integrità del corpo umano:

-          Scegliendo terapie e accorgimenti di poca invasività e con pochi effetti indesiderati

-          Accompagnando terapie di alto impatto, qualora inevitabili, con procedure tampone

-          Seguendo l’uomo attraverso tutta la sua vita di relazione, offrendogli sostegno di ogni genere e a livello sia fisico che psichico

-          Mette la lungimiranza delle sue terapie in primo piano

In questo contesto gioca un ruolo predominante la nostra flora, i nostri ospiti o meglio collaboratori, che manifestano una vasta parte di funzioni, tanto da poter essere considerati organo in senso stretto.

Sono le ricerche del Prof. Enderlein  (1872-1968), che hanno arricchito profondamente le conoscenze di questo cosmo interno. Considerando la dialettica quanto sopra, fra particolare e generale, fra individuale e collettivo, anche qui si ripete la diatriba fra monomorfismo alla Robert Koch e il pleomorfismo dei tempi passati e ugualmente valido.

La scuola di Koch, diventata teorema base della medicina ufficiale, iniziava e descrivere ogni microbo, evidenziato al microscopio come identità autonoma. Il pleomorfismo al contrario definisce una quantità enorme di forme di evoluzione del microbo, dei ciclo evolutivi. Del singolo ciclo considerato fa parte anche quella specie classificata su base monomorfistica, ma solo come fase di sviluppo del solito germe, non come identità definitiva. In questo modo Enderlein parla di fase batterica, non di  batterio; di fase fungina, non di fungo! Ci sarebbe la transizione dal semplice colloide proteico attraverso varie fasi, di cui fanno parte strutture biologiche definite in biologia ufficiale autonome come le piastrine, la fibrina, detriti non meglio specificati, verso  fasi virali, batterici e finalmente fungini. Questa trasformazione accompagna i cambiamenti energetici del corpo, dal sano al malato e al contrario. Sarebbe il terreno in risonanza con i mutamenti della sua flora. Cosi diceva già Pasteur:  "le microbe n'est rien, mais que le terrain c'est tout !" , espressione del mondo scientifico ante – Koch.

Queste sono le basi della medicina integrativa per quella parte, che riguarda la

microbiologia.

La dita : Sanum – Kehlbeck, fondata da H. Kehlbeck, collaboratore di Enderlein ai tempi, ci offre ancor’oggi una vasta terapia molto efficace, basata sostanzialmente sulla somministrazione di microbi in diluizione omeopatica, la cosiddetta Isoterapia. Essa pretende, di intervenire con le trasformazioni in direzione patogena dei vari microbi, e di favorire il ritorno a fasi più correlati al corpo sano. Combinando la terapia Sanum alle altre specialità biologiche di risanamento del terreno e dell’ecologia umana, crea effetti davvero formidabili.

Un passo più in dietro rispetto alla visione del tutto è uno riveste la terapia microbiologica. Per quest’approccio sono le membrane degli organi canalicolari, l’intestino e l’apparato bronchiale, il punto di riferimento. Sono queste membrane considerate la vera barriera fra interno ed esterno del corpo e qualsiasi elemento, che si avvia nelle due direzioni, deve attraversare questo filtro specifico dove è “processato”. Una flora microbica specifica per ogni distretto riveste la superficie esterna delle membrane e svolge un’azione particolare nell’ambito del “processamento” degli elementi in transito. Spesso la flora delle mucose è compromessa da fattori interni ed esterni. Qui intervengono i “probiotici”, farmaci di sostituzione e stimolazione a ripristinare condizioni fisiologiche.

Ergo: se il terreno è tutto, non si tratta di ammazzare qualcuno (anti – bios) ma di stimolare le forze di auto guarigione a riprendere le funzioni, che nel loro insieme si definiscono – vita !

omeopatia

http://www.chiropratico-firenze.it//images/omeopatia.jpgL’Omeopatia è un metodo di cura e prevenzione delle malattie scoperto da C.F.S. Hahnemann (Meissen 1755-Parigi 1843) agli inizi del XIX secolo. Suo principio fondamentale è la legge di similitudine: ogni malattia può essere guarita utilizzando a piccole dosi quella sostanza che, somministrata ripetutamente a un individuo sano, è in grado di provocare sintomi simili a quelli da curare.

Le sostanze comunemente utilizzate a scopo terapeutico provengono dai tre regni della natura: vegetale, animale e minerale. Tutte sono sottoposte a un particolare processo di diluizione e scuotimento, che ha il fine di eliminarne le proprietà tossicologiche, esaltandone quelle terapeutiche – il “potenziamento”.

L’Omeopatia è una vera medicina olistica, che rispetta cioè l’essere umano nella sua naturale ed indivisibile complessità di psiche e corpo. In tale ottica la malattia non è altro che il risultato di uno squilibrio generale della persona ed investe l’individuo nella sua totalità, come testimoniano i sintomi psichici e di reazione all’ambiente che comunemente accompagnano le sofferenze locali.

Curare dunque in Omeopatia significa ricondurre dolcemente (ovvero senza sgradevoli effetti collaterali) l’essere al suo equilibrio psico- fisico. Ed è proprio agendo in questa maniera che essa opera contemporaneamente da cura e come prevenzione.

L’omeopatia ha subito molte variazioni dalla sua scoperta fermo restando il principio base: il cosiddetto principio di similitudine del farmaco ("similia similibus curantur”), secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata.

  La forma classica, tipicamente Hahnemanniana, cerca il simile o meglio il similissimo, farmaco da somministrare nella diluizione e potenza adatte, trovato dopo una ricerca molto ardua, chiamata repertorizzazione, che valuta ogni possibile atteggiamento e particolarità fisico-psichica del probando. Inoltre discute le modalità, con le quali il sintomo varia.

 Negli ultimi cento anni sono nati i complessi omeopatici, composti di più sostanze omeopatiche, che possono sviluppare un effetto sintonico. Questi complessi sono prescritti secondo la malattia del paziente, quindi più facilmente da governare.

 Ultimamente si è associata l’omeopatia elettronica, che sceglie il farmaco secondo la sua frequenza specifica con macchinari computerizzati che sono in grado anche, di memorizzare queste frequenze.

 Certamente si è scatenata una diatriba tra gli scienziati sulla giusta strada da scegliere.

 Al mio parere basato sull’esperienza degli ultimi trent’anni, l’omeopatia a complessi tiene conto delle condizioni alterate in questo mondo. Siamo sottoposti a una situazione caotica di stimoli di ogni genere, che ai tempi di Hahnemann non esistevano. Spesso infatti si osserva, che tentativi terapeutici dopo lunghe repertorizzazione, tempi d’attesa, necessari per valutare l’effetto del farmaco, cambio della sostanza e via dicendo, non danno il risultato desiderato, non perche il medico non sia all’altezza, ma perche il probando non reagisce in modo congruo. I complessi sono più sicuri nella loro applicazione. Certamente sono raramente adatti, a guarire sintomi a livello più intimo – energetico – spirituale della persona, per cui invece il simile o addirittura il similissimo possono essere indicati.

 Sembra che l’omeopatia classica si rivolga appunto a questo livello dell’esistenza umana, mentre l’omeopatia a complessi agisca a livello biochimico – funzionale, da paragonare con la fitoterapia.

 

Per me l’omeopatia complessa fa parte della medicina integrativa, da abbinare con tutte le altre specialità sue come l’alimentazione, la detossicazione, la rimozione di focolai, il consolidamento del metabolismo acido-base ecc.

http://www.informasalus.it/it/articoli/omeopatia-conosciamola-meglio.php