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Malattia-Amalgama-Devitalizzazione

         

  

 La bocca rappresenta una parte importante del corpo umano sia dal punto di vista emozionale che fisico. Insieme agli occhi caratterizza il viso donandogli luminosità, apertura verso gli altri.

E' uno dei centri dell'organismo, apertura verso i canali principali, connessione energetica con la totalità del corpo ecc.

Purtroppo non viene spesso considerato a questo livello, piuttosto gioca un ruolo marginale nella medicina, che invece di ricuperare le sue funzioni con la dovuta delicatezza, ne rende un luogo di maltrattamento e deposito di tossine.

Denti Tossici

Cosa c’è nelle vostre bocche che non è accettabile per l’ambiente, ma che invece va bene come “piombatura” per otturare i denti?
L’amalgama dentale, che contiene il 50% di mercurio (per il dentista è persino vietato buttarlo nella spazzatura!).

In prima linea con gli intossicati da amalgama a partire da Denti tossici (1999), Lorenzo Acerra, a distanza di sette anni, fa un resoconto di questa sua esperienza unica, a contatto con tante vicende e attraverso nuove conoscenze che ha potuto sviluppare. La sua analisi di cosa sia la “malattia da amalgama” si intreccia con innumerevoli percorsi di guarigione e con una valutazione, corredata da esempi, degli ostacoli da superare. Questo è senza dubbio il suo libro più bello e sentito.
Compaiono anche personaggi famosi, le attività dell’associazione, la rassegna-stampa, casi di guarigione pubblicati nella letteratura medica mondiale. Il testo è inoltre arricchito da foto sulla rimozione protetta dell’amalgama, da test e indirizzi utili. Gli aneddoti del libro sembrano davvero non finire mai e sicuramente alcuni personaggi “anti-amalgama” sarebbero soggetti ideali per un film…

Denti Tossici 2 è una guida semplice ed esplicativa per chi esplora strade di guarigione; è un resoconto assai utile per tutti coloro che si pongono le domande o cercano di evitare gli ostacoli che tanti pazienti hanno incontrato. Un capitolo particolarmente interessante è dedicato alla formazione “del paziente odontoiatrico”, tutti potranno servirsene per recarsi preparati a porre le giuste domande e pretendere il meglio dal proprio dentista.

Metalli pesanti e malattie neurologiche

Bel riassunto sul intossicazione da metalli pesanti: ... buttando un otturazione d'amalgama in un lago, si supera il livello ammesso di mercurio nel'acqua e segue il divieto di pesca e balneazione!

Solo che l'EDTA menzionato nel caso del mercurio fa ben poco ed il chelante di scelta è il DMPS. L'EDTA si usa in confronto del piombo. Altrimenti bell'articolo !

Purtroppo anche l'indicazione, che il mineralogramma del cappello sia l'analisi attendibile dell'intossicazione di metalli tossici, non è esatto, perché dimostra solo la mera presenza delle sostanze nell'organismo, mentre il livello quantitativo segue al potere emuntore del corpo e non è in rapporto diretto con il livello tossiemico.

 

Metalli pesanti e malattie neurologiche  (Dott.ssa Fiamma Ferraro).

Informazioni sono disponibili sui siti della Società italiana di terapia chelante  (www.ifa.it) e  della Accademia tedesca di terapia chelante.

Denti devitalizzati, non sono cadaveri?

L’azione di devitalizzazione consiste in prendere un dente malato o danneggiato, sottoporlo a trapanazione e pulitura, eliminazione di vasi e nervi fino all’apice del dente con lime canalari. Dopo tale operazione un dente non ha più alcuna connessione vitale con il resto del corpo, non viene più alimentato e non ha più alcuna comunicazione con il sistema nervoso. A quel punto è diventato un corpo estraneo, ma non solo.

Un dente devitalizzato staccato da resto del corpo è un pezzo di tessuto morto, e quindi la definizione di cadavere nei suoi confronti è appropriata. Come un cadavere è inevitabilmente soggetto a decomposizione. Essendo incistato nel corpo lo avvelenerà con le tossine della decomposizione. E queste tossine sono incredibilmente velenose ancora di più di quelle prodotte da qualsiasi cibo indigerito o indigeribile che possiamo mangiare.

Dato che nell’articolo linkato ha scritto: Questo topic fatelo girare ovunque che bisogna fermare queste “mode” che non hanno nulla di scientifico, mi sembra corretto dare qualche chiarimento.

Non so se quanto affermato come privo di scientificità (a quale “scienza” si riferisce poi? A quella dei vaccini, della chemioterapia, ecc.) sia dettato dalla malafede o dall’ignoranza, credo che sia la seconda, guarda allora questa immagine, può darti un’idea degli abitanti di un dente devitalizzato:
Qui l’articolo da dove è stata tratta questa immagine:
Come un dente devitalizzato può rovinare una vita

rimozione protetta amalgama

rimozione protetta amalgama

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Amalgama - storia e tossicologia

Amalgama - storia e tossicologia

 

Presento questa traduzione dell'opera "Amalgam" del prof. Max Daunderer, tossicologo di fama internazionale, uno dei primi scienziati, che hanno elaborato la tossicologia e la clinica patologica dell'amalgama.      

                                   

http://www.toxcenter.de/buecher/patienten-infos/ama-info-ital.pdf

peccati mortali in odontoiatria - amalgama e devitalizzazione

Pubblico qui un video di Lorenzo Acerra per chi volesse approfondire la tematica dell'amalgama e della devitalizzazione - i peccati mortali dell'odontoiatria moderna. Si vede il Prof. Max Daunderer, tossicologo tedesco di fama internazionale, che da ormai 40 anni aveva cominciato di dimostrare la tossicità dell'amalgama in bocca. Egli ha il merito di aver craeto la base del movimento internazionale contro l'amalgama, che in effetti fu abbandonato nella pratica clinica da tanti odontoiatri, vietato nei paesi scandinavi, molto limitato l'uso  in Germania. L'altro crimine contro l'umanità, la devitalizzazione di denti, purtroppo trova ancora largo uso in odontoiatria convenzionale. 

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denti morti - energia vitale


 Ultimamente ho avuto da fare con vittime dei propri cadaveri in bocca.

- avevo conosciuto una giovane donna, d'aspetto vitale, sorridente e accogliente, mai stata malata. Chiacchierando mia aveva in seguito anche rammentata di avere parecchi denti devitalizzati in bocca, che non le avrebbero però mai recato nessun problema e in effetti, lei sembrava essere piena d'energia. 

L'ho rivista ora: sciupata di brutta, dimagrita a metà, scontrosa, sguardo diffidente, cappelli irti ecc. Cosa era successo: per una storia di amore, andata male, aveva perso l'appetito e si era depressa. 

Depressione reattiva con tendenza autodistruttiva sarebbe la diagnosi psichiatrica. 

Ma sarebbe successo a chiunque, di reagire in questo modo e di perdere in modo probabilmente irreversibile l'energia vitale ? Al mio parere no!!

Una costituzione fisica buona l'assenza di fattori indebolenti cronici avrebbe aiutato a superare la crisi depressiva e l'impatto per l'energia vitale sarebbe stata alquanto minore. Qui si sono sommati fattori psichici con concause già esistenti ed ancora rimaste nascoste - i focolai dentali!

Come diceva Weston Price al'inizio del secolo scorso: chiunque fosse portatore di focolaio dentale, prima o poi ne sarebbe diventata vittima e avrebbe sviluppato una malattia cronica o infiammatoria o degenerativa.

- altri esempi sono quei malati di schiena, con crisi frequenti  di riacutizzazione, ai quali riesco diagnosticare un vizio posturale alla base delle recidive. L'anamnesi però svela, che non è stata tutta la loro vita, che loro erano  afflitti da dolori e storture. Se d'altronde abbiamo trovato il vizio posturale, responsabile delle ricadute, vizio, che di solito persiste già fin dall'età infantile, come mai la sindrome dolorosa è iniziato solo qualche anno fa? Un ripensamento alla loro storia spesso rivela ai pazienti, che prima che cominciasse il dolore, fu eseguita una terapia malsana, o di soppressione immunitaria oppure, più di frequente, un intervento di devitalizzazione di un dente, che altrimenti avrebbe essere dovuto eliminare.

E' lì, che cominciò a scompensare il sistema di bioregolazione e la malattie prende il suo percorso sulla scia dei programmi predisposti come dalla genetica oppure ad esempio dal programma, che regola la postura, in questo caso in modo storto e viziato.

A questo punto una terapia congiunta da eliminazione dei denti infetti con la riprogrammazione posturale riporta in equilibrio il sistema, e i pazienti sono e rimangono sani per tanto tempo.

La bocca ed il corpo,parte prima

La bocca ed il corpo, parte prima 

Dr. Daniele Chiesa, medico chirurgo specializzato in odontostomatologia  "Tutte la parti del corpo formano un cerchio,ogni parte è sia l'inizio sia la fine". Così affermava Ippocrate da Coo (460 a.C-377 a.C). La nostra Ars Medica ha dimenticato questo e nella sua evoluzione ha continuato a suddividere il corpo in apparati, perdendo la visione di insieme della struttura dell'organismo e delle sue funzioni.La suddivisione della colonna vertebrale in quattro segmenti, ad esempio, è puramente arbitraria essendo dal punto di vista funzionale una struttura unica ed indivisibile e l'occhio non è solo sede della acuità visiva ma, anche, componente essenziale nel mantenimento dell’equilibrio.

La parte del corpo che è sempre stata considerata avulsa dal contesto generale del corpo è la bocca.Essa è sempre stata, in generale, appannaggio di categorie estranee all’arte medica, i ”cavadenti”, i barbieri nel Far West, con risvolti sempre truci, immagini di dolore e sofferenza legati alla immancabile estrazione del dente.In realtà sono sempre esistiti tentativi di sostituzione dei denti andati perduti.

In epoca etrusca o ai tempi degli egizi, venivano sostituiti i denti perduti nei settori anteriori, con denti prelevati dai defunti o estratti agli schiavi e fissati a quelli vicini con fili o striscette d’oro. Nelle corti europee esisteva la figura del medico di corte che si dedicava anche alle terapie odontoiatriche.Questi eventi riguardavano un’elite. A livello di volgo, la terapia più diffusa era l’estrazione.Nella cultura popolare, ancora oggi se ne sentono gli effetti; al dente, al dentista e alle terapie odontoiatriche è legata l’immagine del dolore e l’estrazione viene ancora richiesta come soluzione rapida ed economica: “via il dente,via il dolore”. Da circa un decennio la situazione è in via di cambiamento, i mass-media sempre più spessosi occupano della salute della bocca.Il concetto di prevenzione si sta affermando e sempre più spesso, il paziente ricorre al dentista per una visita di controllo e non solo per eliminare il dolore. Per quanto riguarda le correlazioni fra la bocca, o meglio, fra l’occlusione dentale e gli altri apparati e sistemi corporei esiste una “non conoscenza” o accettazione da parte della classe medica, del ruolo che una malocclusione può avere in quadri dolorosi cervicali, dorsali,lombari  ecc...Spetta proprio alla Chiropratica ed alla kinesiologia in particolare, l’onore di aver studiato ed approfondito le correlazioni fra l’apparato masticatorio e ad esempio, l’apparato locomotore. La perdita di elementi dentali e la loro mancata sostituzione, protesizzazioni, terapie ortodontiche anche tecnicamente ed esteticamente perfette ma non armonizzate con l’individuo possono, in taluni soggetti, scatenare quadri dolorosi in zone corporee apparentemente non collegate alla bocca. Esempio tipico sono i quadri di cervicalgia alta, la cosiddetta “cervicale”, a livello delle prime vertebre cervicali con tipica irradiazione alle tempie ad insorgenza notturnao mattutina. In questo caso senza intervenire correttamente sull’occlusione dentale, il lavoro del Chiropratico potrebbe essere annullato o di ridotta efficacia.

La branca dell’odontoiatria che si occupa in maniera approfondita di queste problematiche si chiama “GNATOLOGIA” anche se la sua conoscenza ed applicazione dovrebbe far parte del bagaglio culturale di ogni dentista. Il termine deriva dal greco “gnatos- logos”cioè discorso sulle mascelle.Il suo grande sviluppo avvenne nel 1864 quando Bonwill creò il primo articolatore, l’apparecchio che permettedi assemblare insieme i modelli di gesso delle arcate dentarie come sono nella realtà del paziente.Da allora vi fu un vero e proprio fiorire di interesse, invenzioni per migliorare gli strumenti nel tentativo di riprodurre il più fedelmente possibile i movimenti della bocca. Per la tecnologia del tempo, prevalse una visione molto meccanica del funzionamento della bocca e nonostante alcune voci contrarie si continuò a considerare il sistema masticatorio come un insieme di ingranaggi, i denti, connessi attraverso l’osso mandibolare alla articolazione temporo mandibolare in un rapporto dinamico nettamente meccanicistico che escludeva qualsiasi ruolo del sistema nervoso centrale e del sistema muscolare. Questa visione che isolava il “pianeta bocca” dal resto del corpo, durò circa un secolo.

Nel 1934, però, Costen un otorinolaringoiatra statunitense pùbblico un lavoro in cui poneva le basi delle connessioni fra malocclusione e sintomi extraorali.Egli, infatti, osservò che quadri di cervicalgia e/o disturbi uditivi erano collegati alla mancanza dei molari.Da circa un decennio la situazione va cambiando e, con sempre maggiore risonanza, si sente sempre più diffusamente parlare, sia in ambito scientifico che dai mass-media, di “patologie occluso posturali”. Con questo termine, si indicano quadri patologici, generalmente a carico del sistema muscolo-articolare, coinvolgenti regioni al di fuori dell’apparato masticatorio, la cui patogenesi risiederebbe in parte o in toto in una malfunzione dell’apparato stomatognatico.Per comprendere come ciò possa avvenire è necessaria una visione globale del corpo umano e di tutte le correlazioni anatomiche, fisiologiche e funzionali fra i vari distretti.Nei prossimi articoli inizieremo questo viaggio all’interno della bocca e nei rapporti di questa con il resto del corpo.   (continua)  

La bocca ed il corpo, parte seconda

La bocca ed il corpo, parte seconda

 
 La bocca rappresenta una parte importante del corpo umano sia dal punto di vista emozionale che fisico. Insieme agli occhi caratterizza il viso donandogli luminosità, apertura verso gli altri.

Al contrario una bocca serrata può indurire l’espressione ispirando diffidenza o timore. Tutto questo fa parte delle nostre ancestrali caratteristiche animali. Negli animali la mimica orale è un’ arma per spaventare gli avversari. Nel corso della nostra evoluzione la bocca ha cambiato la sua forma in relazione al mutare delle sue funzioni.
Con l’instaurarsi della stazione eretta e della funzione prensile della mano, perse la sua funzione di organo esploratore e di presa del cibo. Questo comportò una modifica della morfologia del cranio,del mascellare, della mandibola, della forma e disposizione dei denti. Le trasformazioni, non coinvolsero solo l’aspetto osseo e muscolare, anche il sistema nervoso centrale andò incontro a modifiche anatomiche e funzionali.
Proprio dal Sistema Nervoso Centrale, vale a dire dal cervello, inizieremo il nostro viaggio nella bocca. Il cervello non è in grado di “vedere” per decidere come agire; esso si basa sulle informazioni che gli giungono attraverso le vie nervose e le varie elaborazioni ed integrazioni. Esempio sono le stimolazioni dei recettori della pianta del piede che forniscono al cervello i dati sulle pressioni plantari, sulla posizione delle caviglie, delle dita ecc. ecc..
La parte esterna dell’encefalo, chiamata corteccia, compie l’elaborazione e l’associazione finale delle informazioni nervose provenienti dai distretti periferici rinviandole sottoforma di comandi alle strutture muscolari.
Negli anni ’50 il neurochirurgo canadese Wilder Penfield, sviluppando tecniche neuro chirurgiche di individuazione ed escissione dei focolai epilettogeni corticali, disegnò una mappa corticale della muscolatura del corpo umano.
In questa rappresentazione grafica il nostro corpo,appare sgraziato quasi deforme con grandi mani, grandi piedi e grande bocca.
Il significato di questa strana immagine è legato ad una caratteristica neurologica particolare: maggiore è la quantità di informazioni che la corteccia riceve, maggiore è la finezza dei movimenti richiesti, maggiore è la superficie di corteccia interessata. Se è facilmente comprensibile per la mano, è meno immediato per la bocca. La sensibilità dei polpastrelli, l’accuratezza dei movimenti delle dita richiedono l’impegno di circa il 35% della corteccia motoria e sensitiva di ogni emisfero cerebrale.
La stessa percentuale di superficie è utilizzata per le necessità funzionali della bocca; quindi mano e bocca necessitano di circa il 70% della corteccia motoria e sensitiva cerebrale.
La grande superficie corticale richiesta trova la sua ragion d’essere nella complessità e grande coordinazione muscolo articolare della dinamica masticatoria.
Il bambino impara a camminare ad 1 anno, ma completa il pattern masticatorio a 5-6 anni. Altra funzione dinamicamente e neurologicamente complessa è la deglutizione alla quale dedicheremo in futuro ampio spazio. Molta della funzione nervosa è impiegata a regolare la potenza di azione dei muscoli.
Da studi effettuati si è calcolato che la potenza teorica dei muscoli elevatori mandibolari, quelli che portano i denti a contatto, è di circa 400kg e che la pressione media esercitata sulla dentatura, quando stringiamo, è di circa 80 kg/cmq.
I denti hanno sensibilità minima per carichi intorno ai 10 gr.
Tutto ciò significa una modulazione finissima dell’attività muscolare in rapporto alla quantità di informazioni che giungono dai denti. 
La testa, in generale, è innervata da due nervi cranici, così chiamati perché originano all’interno del cranio ed escono dalla base cranica, il facciale ed il trigemino.
Il primo innerva gli strati muscolari superficiali cioè i muscoli della mimica facciale, la cute e parte della lingua trasmettendo le sensazioni cutanee e la percezione gustativa dei 2/3 anteriori della lingua.
Il trigemino, costituito da tre branche da cui il nome, è uno dei maggiori nervi cranici per estensione dell’innervazione e connessioni.
Innerva tutti i muscoli masticatori, i denti, le mucose interne alla bocca, come le gengive, contraendo infinite connessioni nervose, sia all’interno dell’encefalo che con strutture esterne ad esso quali i muscoli motori dell’occhio.
In recenti ricerche di neuro-anatomia e neurofisiologia sono state evidenziate correlazioni dirette fra i nuclei cerebrali di comando del trigemino e fibre nervose del tratto cervicale del midollo spinale.
Il reperimento di queste correlazioni anatomiche, è estremamente importante per la medicina perchè fornisce una razionalizzazione anatomica ai quotidiani riscontri clinici di correlazioni funzionali fra la bocca e sistema locomotore e dell’influenza che l’apparato stomatognatico può avere sul sistema posturale. 
Come già accennato nell’articolo precedente, le correlazioni tra occlusione dentale e postura sono state individuate clinicamente da molti anni.
Grande impulso lo diede, nel 1964, il chiropratico statunitense G.J. Goodhearth il quale applicando con ottica differente i test muscolari di Kendall e Kendall diede vita alla “Applied Kinesiology”.
In seguito il dott. J.P. Meersemann ideò il test che prese il suo nome, per identificare una eventuale influenza dell’occlusione sul sistema posturale.
Una volta scelto un parametro indicatore, muscolare, posturale, tenendo i denti chiusi, si interpongono fra le arcate due rulli di cotone o due spessorini di cartoncino e si osserva se il parametro indicatore cambia.
In caso positivo, si può ipotizzare un’influenza dell’occlusione sul sistema preso in esame; sarà quindi compito dello specialista odontoiatra verificare ed eventualmente modificare la situazione occlusale.

La bocca ed il corpo, parte terza

La bocca ed il corpo, parte terza

 Il dente è senza dubbio una delle parti del nostro corpo che ha sempre vissuto una vita molto difficile. Erroneamente è sempre stato giudicato causa di atroci dolori e sofferenze e spesso ha terminato prematuramente la sua esperienza terrena gettato nella pattumiera accompagnato da epiteti non ripetibili.

Vedremo adesso di rivalutare questo organo, spesso vittima della nostra incuria e delle nostre fobie.

Un “grande filosofo” diceva sempre ai suoi pazienti: ”Ricordate che la natura i denti li regala due volte, la terza li pagate ”infatti le dentizioni naturali sono due la DECIDUA e la PERMANENTE .

I denti decidui (dal latino:decidùu.: cadere) sono comunemente chiamati “denti da latte” anche se erompono a partire dal 6°mese, quando l’allattamento è in fase terminale e iniziando lo svezzamento, il latte dovrebbe diventare un ricordo. In totale sono venti,dieci superiori e dieci  inferiori e si dividono in incisivi, canini  e molari. Iniziano a formarsi dalla sesta settimana di vita intrauterina e  alla nascita le corone sono già presenti nella mandibola. Con il passare dei mesi sviluppano le radici ,iniziando il cammino verso la superficie. Mentre è ancora inglobato nell’osso il dente raggiunge quasi le dimensioni definitive. Le ossa, mandibola e mascellare, che li dovranno accogliere sono però di dimensioni troppo piccole per ospitarli tutti già belli allineati; pensiamo alle dimensioni della faccia di un neonato rispetto ad un bimbo  di sei mesi o di un bambino di sei anni rispetto ad un adulto. La natura, che ha sempre soluzioni razionali per tutto, ha ovviato disponendoli nell’osso leggermente accavallati l’uno all’altro come le carte da gioco e ruotati.  Questo è la ragione perché, con grande preoccupazione delle mamme,  i primi decidui erompono “storti”; sarà poi la corretta azione di spinta della lingua a disporli in maniera ordinata, stimolando anche la crescita dell’osso. I Permanenti sono in totale 32 e nel loro tragitto verso la superficie seguono, in condizioni fisiologiche, le radici dei decidui che vengono gradualmente erose. L’estrazione prematura dei decidui può portare ad una mancata o non corretta eruzione. 

Il dente è formato da una parte che emerge dalla gengiva, la Corona e dalle Radici che sono all’interno dell’osso.

La corona è formata da un tessuto particolarmente duro e robusto: lo smalto. Questo tessuto ha una durezza elevatissima, pari a quella del vetro, però facilmente aggredibile dagli acidi e totalmente privo di innervazione propria.

 Al di sotto dello smalto troviamo la dentina. Questo tessuto è meno robusto dello smalto, è di aspetto poroso poiché contiene al suo interno i sottili filamenti nervosi che partendo dal nervo del dente, giungono fino a contatto dello smalto.  Questi filamenti sono i responsabili della sensibilità chimica e termica del dente. Quando mangiando un cibo dolce e avvertiamo una sensazione di fastidio o peggio di dolore al dente, significa che si è aperta una “via”, esempio una carie, che permette allo zucchero di arrivare alla dentina irritando le terminazioni nervose che a loro volta avvertono il cervello che “qualcosa” non va.

  Le radici sono costituite da dentina ricoperta all’esterno dal Cemento. Il Cemento è il tessuto che fa da tramite fra il dente e l’osso con la mediazione del parodonto (cfr. glossario). All’interno della corona, protetto dallo smalto e dalla dentina, vive tranquillo il nervo.

La parte di nervo all’interno della corona si chiama Polpa coronale, quella nelle radici Polpa radicolare. La polpa è costituita, come tutte le strutture sensibili, da tessuto nervoso ricco di recettori termici, chimici e pressori, da arterie che portano il sangue fresco, da vene e tessuto linfatico che drenano il sangue refluo e i prodotti catabolici del nervo. Questo tessuto nervoso è una diramazione dei tronchi del trigemino che trasporta alla corteccia cerebrale le preziose informazioni sul funzionamento di tutte le strutture della bocca. Osservando la corona di un dente, si notano sulla sua superficie delle protuberanze, le cuspidi, intervallate da avallamenti, le fosse. Questa morfologia permette ai denti di incastrarsi fra loro quando chiudiamo le arcate per deglutire e triturare il cibo durante la masticazione.

I denti si differenziano fra loro per forma e funzione e si dividono in:

•  Incisivi 

•  Canini

•  Premolari

•  Molari

Gli INCISIVI, frontali e laterali, sono quattro superiori e quattro inferiori. Di forma squadrata hanno la funzione di incidere e tagliare il cibo e sono dotati di una sola radice per cui non sono in grado di sopportare carichi eccessivi. Nella dentatura corretta, cioè fisiologica, essi non si toccano ma si sfiorano appena.

I CANINI, quattro in totale, sono vestigia delle zanne, la loro radice è la più lunga di tutte. Pur avendo perso la funzione di “azzannare”, essi rivestono un ruolo fondamentale nella guida della bocca in chiusura.

I PREMOLARI, otto in totale, hanno una struttura  intermedia fra i canini e i premolari e sono responsabili dei primi atti di schiacciamento in masticazione.

I MOLARI, dodici in totale, compresi i terzi molari o denti del giudizio, sono denti molto robusti, pluriradicolati. La presenza di radici plurime e molto robuste è legata allo schiacciamento e la triturazione del cibo (molare: da mola).

Durante la masticazione, per azione dei muscoli elevatori, esempio il massetere e il temporale, si scaricano sui molari forze notevoli dell’ordine di decine e decine di Kg. E’ stato calcolato che la potenza massima teorica degli elevatori vari dai 210 ai 400 Kg. Il valore medio di carico sui molari, in una dentatura completa e fisiologica si aggira dai 50 ai 110 Kg cm2. Oltre al ruolo nella masticazione, i molari hanno un’altra funzione fondamentale, il mantenimento della corretta altezza e posizione di chiusura delle arcate.

PRINCIPALI PATOLOGIE DENTALI

Come già visto il dente è un organo robustissimo in grado di sopportare forti carichi e stress ma... ha nemici che non perdonano: i batteri. La bocca, come tutte le cavità corporee a contatto con l’esterno, ha una ricca flora batterica, costituita sia da batteri “buoni” sia da “cattivi” in perfetto equilibrio fra loro. Questo equilibrio è particolarmente delicato e fragile e talora basta poco per alterarlo e... prevalgono i batteri patogeni con comparsa di infiammazioni e quindi infezioni. Lo smalto viene facilmente aggredito dagli acidi che i batteri secernono nei processi di disgregazione dei residui alimentari non rimossi con lo spazzolamento. Da questa aggressione si  sviluppa la carie. Se la carie non viene affrontata subito, ecco l’importanza delle visite di controllo anche in assenza di sintomatologia, l’aggressione prosegue approfondendosi nella corona verso la camera pulpare. Giungendo al nervo i batteri creano uno stato infiammatorio che crea lieve dolenzia a fitte lievi. Senza un rapido intervento terapeutico l’infiammazione peggiora e con essa la sintomatologia. Se dall’infiammazione si passa all’infezione... ecco la notte in bianco...